Si chiamavano Videogiochi, ora sono gli ESports: nel cambio di nome c’è tutta l’evoluzione di questi ultimi anni di questo segmento dell’intrattenimento che ora riceve le luci dei riflettori internazionali del mondo del Betting.
Si potrebbe facilmente affermare: “quando la fantasia diventa realtà”. Quanti di noi hanno giocato a FIFA immaginando di essere protagonisti di una vicenda sportiva che invece era del tutto immaginaria ???!!!
Oggi, i giocatori di FIFA sono protagonisti e, sempre più spesso, PROFESSIONISTI di un vero e proprio SPORT con tanto di dirette televisive, cronache LIVE, tifosi e, per l’appunto, SCOMMESSE SPORTIVE.
Certo, il fenomeno degli Esports non è limitato al calcio: ci sono gli sparatutto, c’è la Formula 1, gli Adventure Games ma quello che incuriosisce di più oggi è ritrovarsi una partita di FIFA 2020 nei palinsesti dei nostri bookmaker di fiducia.
Di Esports si parlava anche prima del CORONAVIRUS: in effetti, è uno degli sport più OPEN che possa esistere: è sufficiente essere dei veri e propri fenomeni e in men che non si dica ci si ritroverà a scalare le classifiche mondiali e a potersi iscrivere ai primi tornei semi professionistici.
La patria degli E-Sports è la Corea del Sud, unica nazione ad avere una federazione autonoma, la KeSPA, che tutela e regolamenta il fenomeno. Le più famose piattaforme di giochi elettronici hanno coinvolto rapidamente tutta l’Asia orientale, investendo a ruota anche l’Europa e gli Stati Uniti, quest’ultimo il primo paese occidentale a riconoscere ai pro-gamers (i giocatori che svettano nelle classifiche delle rispettive discipline) lo status di atleti professionisti. Non una novità in Corea dove già da anni infatti i documenti d’identità dei videogiocatori riportano l’username utilizzato nelle piattaforme di gioco.
La IeSF, la Federazione Internazionale degli E-Sports, ha inoltre creato una fitta rete di collaborazione con le più importanti istituzioni sportive a livello mondiale. Durante le fasi finali delle World Series (uno dei tornei più prestigiosi) si registra un seguito mediatico tale da indurre la ESPN e la BBC ad offrire un’apposita copertura televisiva sui propri palinsesti.
Per il 2019 i profitti del movimento hanno sfiorato il miliardo di dollari e qualcuno comincia già a proporli per essere inseriti nelle discipline olimpiche, a questo punto per il 2021.
Se per molti di noi il sogno di calcare il manto erboso di qualcuno dei più importanti stadi di calcio è oramai tramontato, non è del tutto escluso di poterlo fare in modo virtuale ma con la ribalta mediatica dei grandi eventi sportivi.