Imperversa la polemica sulla decisione annunciata da Christian Prudhomme, direttore del Tour, di spostare la manifestazione dal 29 agosto al 20 settembre con percorso invariato.
Pur riconoscendo l’importanza del Tour e soprattutto la valenza economica che ha per i TEAM, gli altri organizzatori hanno storto il naso per il modo, unilaterale e prepotente, con cui è stata presa e poi annunciata la decisione.
Niente di sorprendente, in realtà, parliamo di francesi incrollabilmente convinti di essere ancora all’epoca delle colonie e per niente consci di essere una nazione in forte crisi e declino oramai da decenni.
Come purtroppo spesso accade alla stampa italiana, il Gossip viene preferito all’approfondimento e la solita divisione banale tra favorevoli e contrari, derivata dai social, si estende anche sui principali quotidiani sportivi: nessuno si è preoccupato di approfondire per scoprire che l’Amaury Sport Organization (ASO, organizzatore del Tour) è proprietaria anche di Unipublic, la società organizzatrice della VUELTA.
Così, non sarà un grosso problema se il calendario dovesse prevedere in ordine cronologico TOUR, mondiali su strada e Giro d’Italia e, in coda, la Vuelta.
Con buona pace dei corridori del Giro che saliranno sulle Alpi col rischio di neve e temperature poco idonee.
Infine, va ricordato che il Tour è il piatto forte del ciclismo: il Giro è preparatorio, la Vuelta riparatrice.