La Demagogia del Governo ha messo in agonia il settore del gioco legale italiano favorendo il rifiorire di un fenomeno mai del tutto estirpato: quello dei siti senza licenza, i cosiddetti “.com”.
E’ lecito che ogni cittadino abbia o si formi una propria idea sul gioco legale, è altrettanto giusto che un movimento politico abbia una posizione ostativa rispetto ad un comparto dell’economia: quello che non è accettabile è che lo Stato vada contro lo Stato senza conoscere il settore, senza comprenderne le dinamiche e che lo faccia solo per pura DEMAGOGIA e con un occhio vigile ai sondaggi e al marketing (perenne) elettorale.
Ancora più sorprendente e del tutto nuovo nel panorama politico italiano, è la totale assenza di confronto: la mancanza della famosa “convocazione” delle parti sociali.
L’assenza di un dibattito pubblico con il confronto tra le parti capace di illustrare alla più ampia platea dei cittadini i pro e i contro di ognuna delle posizioni, l’assordante silenzio dei media, la colpevole assenza di un’Associazione di Categoria, meglio se coesa e libera stanno gettando le basi per il ritorno a 15 anni fa quando il gioco CLANDESTINO imperava sia nei locali, sia nel nascente online.
15 anni di REGOLAMENTI, tutele, licenze, tasse, aumenti delle tasse e poi aumenti delle tasse e poi ancora aumenti delle tasse con aumenti degli adempimenti, crescita delle tutele dei giocatori, introduzione delle più strette norme antiriciclaggio, introduzione delle norme sulla privacy, studio di sistemi di autotutela dei giocatori, garanzie sui pagamenti delle vincite e poi ancora tasse e quindi tasse per arrivare, tuttavia, ad una delle regolamentazioni più complete (e tassate) nel mondo a fare da esempio ai Paesi che stavano legalizzando il gioco con licenze Statali.
15 anni spazzati vai dalla DEMAGOGIA e dall’ipocrisia di chi, con un pregiudizio, si scaglia contro CONCESSIONARI DI STATO con licenze pluriennali ma non ha il coraggio di VIETARE DEL TUTTO il gioco.
Operatori, compagnie, promotori, esercenti, collaboratori, indotto oltre 150.000 persone trattate come lavoratori di serie C, senza tutele, senza futuro, senza il confronto con quello Stato che aveva garantito regole, TASSE (ovviamente), durate pluriennali e che ha cambiato (una volta di più) le carte in tavola con effetto retroattivo.
Il Gioco Legale ha un suo perfetto sostituto nel GIOCO ILLEGALE che spesso è GIOCO Border Line (lo è stato per anni), a volte è sostenibile in TRIBUNALE ma in ogni caso è FUORI DALLA LEGISLAZIONE ITALIANA e fuori dal CAMPO DELL’ERARIO.
Perchè il Governo non apra un confronto per indicare DOVE siano i punti critici della normativa e si rifiuti di prendere atto dei numeri dell’Istituto Superiore di Sanità che descrive il fenomeno della ludopatia come fortemente limitato e meno diffuso di altre malattie compulsive come l’alcool, le droghe, il tabacco non è dato sapere.
Nel mentre i BIG osservano inerti, i piccoli schiamazzano senza essere mai una sola voce (grossa), la “marmaglia” si riorganizza e rimette in piedi i siti .com o .null se preferite: senza tutele, senza regole, senza tasse oppure con tutele, regole e tasse stabilite in un altro paese, da un altro Governo.
Sul “crinale” che divide il gioco legale da quello illegale, “Crimi”, Senatore della Repubblica Italiana, spera che un comparto dotato di CONCESSIONI E LICENZE, non riapra dopo il COVID: nel silenzio generale.