Il ciclismo è scosso da una notizia inattesa quanto clamorosa. Il campione toscano Rinaldo Nocentini, che aveva cessato l’attività alla fine dello scorso anno, è stato inibito dal Tribunale Nazionale Antidoping per quattro anni (pena massima) «per uso o tentato uso di metodi proibiti».
La squalifica all’atleta aretino classe 1977, decorre dal 30 novembre 2020 e scade il 29 novembre 2024 e cancella tutti i risultati sportivi di Nocentini dal 1° gennaio 2018. Dagli ambienti di Nado Italia trapela la notizia che si tratta di sanzione inflitta a Nocentini per passaporto biologico irregolare, certificata nel dicembre 2019, quando Nocentini lasciò l’attività.
«Mi trovo a lottare contro un fantasma, non essendoci prove di un mio comportamento scorretto sono spiazzato. Non so cosa devo fare per provare la mia onestà, anche il mio avvocato Giuseppe Napoleone, che in due decenni ha assistito tanti atleti non si è mai imbattuto in una situazione come questa. Strana e davvero poco chiara. Ho chiesto di far ricontrollare tutti i test antidoping a cui mi sono sottoposto in 21 anni di professionismo, in gara e a sorpresa. Per infangare una persona ci vogliono fatti concreti, non sospetti» esordisce Rinaldo.
“A 41 anni perché avrei dovuto ricorrere a pratiche proibite? Non fanno parte del mio metodo di lavoro né nei miei valori. In carriera mi sono sottoposto a qualsiasi tipo di controllo e non è mai risultato nulla. Nei tanti anni in cui ho militato tra i professionisti ci sono state inchieste come la Operacion Puerto e quelle riguardanti il dottor Ferrari, non sono mai stato tirato in ballo in nessun caso e in nessuna intercettazione, venire squalificato ora così pesantemente mi sembra una cosa fuori dal mondo”.