Dopo l’arbitraggio pessimo di Roma-Torino e altri match condotti non al meglio, Abisso si ripete negativamente nel match Cagliari-Milan finendo per incidere sul match come mai un arbitro dovrebbe fare con i propri errori.
Anche ieri sera, come nel match dell’Olimpico, Abisso arbitra il match adottando due pesi e due misure e poi inseguendo i propri errori e quindi commettendone degli altri.
Al 5′ del primo tempo, concede un rigore a dir poco generoso al Milan: Lykogiannis colpisce Ibrahimovic sulla schiena, lo svedese rotola e l’arbitro di Palermo assegna il rigore. Sull’entità del contatto decide l’arbitro: a molti la spinta (che c’è) è sembrata leggera e fu proprio Rizzoli, qualche giorno fa, a chiarire che non è sufficiente che ci sia un contatto per fischiare un rigore, questo contatto deve essere decisivo, netto e sufficiente a determinare la caduta dell’avversario.
Nel secondo tempo, all’82’, Brahim Diaz frana su Sottil in area di rigore in modo più netto e visibile rispetto all’episodio del rigore concesso al Milan. L’arbitro non interviene e il VAR non richiama il direttore di gara che, evidentemente, ha visto e valutato il contatto rendendo impossibile il ricorso alla moviola degli anni’2000.
Vero è che anche Sottil si aiuta tirando la maglia dell’avversario e questo potrebbe aver indotto l’arbitro a soprassedere.
Rimane il fatto che Abisso condiziona pesantemente la gara e non è la prima volta. Il tutto condito da una conduzione distratta con parecchi falli, da una parte e dall’altra, lasciati correre e molti falli veniali puniti col fischio.
Francamente, per qualunque squadra si faccia il tifo, la designazione di Abisso aggiunge incertezza ad ogni incontro tanto da far pensare: che Abisso farà?