Che quella di preferire il tennis al calcio sia stata la scelta giusta Flavio Cobolli non lo può dire con certezza assoluta, ma vittoria dopo vittoria il ragazzo di Roma può pensare di aver fatto la scelta giusta.
Eppure, l’ex delle giovanili della Roma ha già lo sguardo orgoglioso di chi non vuole lasciarsi alle spalle nessun rimpianto. In tutto questo, il primo titolo da professionista con racchetta è arrivato come benzina utile a far viaggiare la macchina ancora più veloce, ancora più decisa. Il 15mila dollari sulla terra di Antalya non sarà l’evento dei sogni, ma intanto è un inizio. “A volte – spiegava il 18enne della Capitale in un’intervista concessa ai canali social della Roma calcio – quando perdo qualche partita che potrei vincere mi viene spontaneo chiedermi come sarebbe andata se avessi giocato a calcio, ma so di avere fatto la scelta corretta perché amo il tennis e so di avere talento”. Una scelta non facile, peraltro. Perché contrariamente ai tanti che, da piccoli, hanno dovuto rinunciare a una disciplina senza essere propriamente delle future stelle, per Cobolli junior la carriera da calciatore era già ben avviata. Al punto che l’ex campione del mondo Bruno Conti lo aveva indicato come potenziale crack della futura Roma e il percorso pareva quello che porta diretto in prima squadra, dove peraltro sono finiti diversi suoi compagni di allora. Adesso, tuttavia, il capitolo calcio è storia del passato. C’è, invece, da costruire un futuro che ha cominciato a farsi più chiaro lo scorso settembre: al Roland Garros, Flavio ha alzato al cielo il trofeo del doppio Juniores, insieme allo svizzero Dominic Stricker, pupillo di Roger Federer. Poi, dopo aver abbracciato papà Stefano (ex pro, best ranking di numero 236 Atp e un paio di vittorie su dei giovani Fognini e Wawrinka), è tornato in campo per la premiazione esibendo il sorriso più bello. E ovviamente una sciarpa giallorossa al collo. “Nel 2015 arrivò una chiamata di Boniek che mi parlava di questo ragazzo, così ci siamo messi d’accordo per un provino a Trigoria. Prima del suo tesseramento alla Roma aveva già il dubbio su cosa scegliere, ma studiammo una soluzione per farlo allenare sia a tennis che a calcio. Aveva un grande potenziale come calciatore, ma lui in realtà amava il tennis”, disse qualche mese fa Conti.
Ottimo fisico, fondamentali equilibrati, tennis sempre in spinta e buona sensibilità, Flavio Cobolli è già abituato ai sacrifici che richiede lo sport di alto livello, ma adesso è consapevole che tutti questi sacrifici producono poi il loro effetto.
La classifica Atp è tutta da costruire, ma in realtà se guardiamo ai Next Gen, Flavio è già numero 4 d’Italia: davanti a lui solo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri.
Al Challenger 2 di Roma in corso in questa settimana sta dando spettacolo. È ai quarti di finale e ha eliminato ieri pomeriggio il numero 122 del mondo Petrovic con il punteggio di 6/2 6/2.
Cobolli, che attualmente è numero 574 del mondo, è destinato nel giro di pochi mesi a scalare le classifiche e non è certo utopia indicarlo tra i primi 100 giocatori al mondo a fine 2021.