Antonio Conte è il nuovo allenatore del Tottenham per una cifra di 20 milioni di sterline per una stagione e mezzo. Adesso il club inglese deve ricostruire e lo farà fin dal mercato di gennaio. Il nodo principale è Harry Kane. Il capitano e totem degli Spurs aveva chiesto di essere ceduto in estate, il presidente Daniel Levy ha rifiutato categoricamente ogni offerta (anche i 140 milioni del City). E così Kane è rimasto. Cosa farà Antonio Conte con l’attaccante? Quello che è certo è che Conte stravede per Vlahovic della Fiorentina e avrebbe già fatto il suo nome a Paratici in caso di addio di Kane.
Tutti ipotizzano un Tottenham alla Conte, cioè con la difesa a 3. Se così sarà bisognerà lavorare. Perché se è vero che gli esterni – Emerson, ex Betis e Barça, e Reguilon, ex Siviglia e Real Madrid – hanno la qualità e la tecnica iberica per spingere, il reparto centrali è sguarnito. C’è Romero, voluto da Paratici, poi gente come Dier, Sanchez e Rodon, che non ispirano troppa fiducia. Tra i pali c’è un campione del mondo come Hugo Lloris, che però a giugno va in scadenza (e il suo rincalzo, Gollini è in prestito). Davanti, oltre a Kane, il coreano Son è una garanzia. Poi vi sono esterni alti come Bergwijn, il giovane Gil e Lucas Moura: non di facile collocazione senza un cambio di ruolo. Ma è a centrocampo dove occorrerà di più. Vi sono giocatori come Alli e Ndombele, una volta straquotati, che si sono persi nelle ultime stagioni per motivi diversi. Conte (e Paratici) dovranno decidere se tentare la riabilitazione oppure trovargli una collocazione. Winks e Skipp, prodotti del vivaio non sembrano all’altezza. E lo stesso Hojbjerg, fortemento voluto da Mourinho, sta faticando questa stagione. Insomma una squadra da rifondare, dal basso in alto. Brozovic dell’Inter che non ha ancora rinnovato è un pallino di Conte così come Kessie del Milan che ancora no vuole rinnovare. Ecco, Conte e Paratici potrebbero pescare proprio in Italia per rinforzare in modo improntate gli Spurs, se non a gennaio, a giugno.