Ora che l’Italia è uscita per la seconda volta consecutiva dalla fase finale dei mondiali è più difficile dibattere del tema: è infatti facile essere scambiati per rosiconi delusi dall’esito di Italia-Macedonia del Nord che ha escluso gli azzurri dal Mondiale in Qatar del 2022.
Eppure penso che in tutto il mondo si respirino le stesse sensazioni: il Mondiale era la massima espressione del calcio ed era tradizione, sport, valori tecnici, campioni ma era anche aggregazione, passione, notti magiche ed estati epiche da ricordare per i successi o per le delusioni ma da vivere con grande intensità.
Ricordiamo esattamente dove eravamo per la finale del 2006 e anche dove eravamo seduti e i compagni di avventura così come, d’altra parte, ricordiamo dove eravamo all’eliminazione con la Corea del Sud nel 2002, quando Moreno ci ha veramente fatto odiare gli arbitri incapaci.
Il Governo del calcio mondiale, come d’altronde il Governo del calcio italiano, giocano con lo sport e giocano con i meccanismi dei cambi generazionali forti, sino ad oggi, di un fatto che invece non è più vero e cioè che il CALCIO è un prodotto inelastico rispetto al livello di disservizio che puoi offrire: insomma, il calcio si è venduto nonostante tutti i torti che ha subito e che sta subendo.
Il calcio è uno sport prima ancora che uno spettacolo: il calcio si pratica, il calcio si impara, col calcio si sogna di diventare campioni e calcare l’erba degli stadi più importanti del mondo circondati da un pubblico entusiasta ed emozionato.
Il calcio non è la Formula 1: la Formula 1 è uno spettacolo ma non si pratica e i piloti di formula 1 sono 22 scelti tra figli o esponenti dei più ricchi sponsor mondiali: un bambino sogna di diventare pilota finchè non scopre il calcio.
Se l’unico faro per gestire il calcio mondiale è quello dei profitti e degli ascolti, allora avremo, come abbiamo, un mondiale in una location improponibile, in un periodo sbagliato che non ospita le nazionali più forti ma le rappresentative dei diversi continenti: perfetto per gli ascolti e per gli sponsor ma è giusto che sia così per lo sport?
L’Europa schiera 13 nazionali con un sistema di qualificazione che premia solo la prima di ogni girone eliminatorio e così è facile che nazionali come Italia o Portogallo debbano contendersi l’accesso alle fasi finali. Dall’altra parte, abbiamo almeno 5 squadre asiatiche (forse 6) 5 squadre africane, 4 o 5 Sudamericane (su un totale di 10 però) e 3 o 4 squadre del Nord o Centro America (poche nazionali in tutto a contendersi i posti) in cui la quarta spareggia con quella dell’Oceania che quindi potrebbe averne 1 oppure zero.
Tutto ok ma in Europa abbiamo 59 federazioni iscritte mentre in Nord America quante si contendono i 3 o 4 posti a disposizione?
Ve lo dico io: Canada, Messico e Stati Uniti se la vedono con Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicarague a Panama.
E così capita che l’Olanda non vada ai mondiali ma sia presente l’Honduras.
Le nazionali sudamericane che competono per i 5 posti a disposizione sono 10: ciò sta a dire che il 50% del totale delle partecipanti andrà certamente alle fasi finali dei mondiali: nazionali importanti stavolta, per carità ma 5 su 10!!!
Sono 5 anche le squadre asiatiche divise in gruppi ma stento a trovarne una competitiva: conosciamo un pò il Giappone, sappiamo del tentativo di avviare il calcio in Cina, abbiamo sentito parlare della Corea del Sud ma il resto è da scoprire tra nazionali del calibro di Pakistan, Macao, Cambogia e Birmania.
Insomma, se le nazionali europee spareggiassero con le squadre asiatiche per l’accesso alla fasi finali, probabilmente non avremmo una sola squadra asiatica al mondiale.
Se lo scopo della Fifa è diffondere il calcio anche nei paesi meno evoluti da questo punto di vista, bisogna capire se Brasile-Iran contribuisce a questa crescita oppure se non sia il caso di garantire un numero inferiore di qualificate e di far sì che la conquista della partecipazione non avvenga sul campo con altre nazionali più blasonate: sono convinto che Brasile-Italia contibuisca a far crescere il movimento più di Brasile-Iran.
Gli spareggi tra squadre di continenti diversi per assicurarsi un posto ai mondiali, consentirebbe inoltre di creare “eventi” importanti per questi paesi senza ridurre il mondiale ad una passerella di nazionali improponibili che giocano per non prenderle e che si accontentano di una sconfitta onorevole.
Nel mentre il Governo del calcio mondiale si concentra a vendere diritti televisivi in tutto il mondo, dove il calcio è davvero un’industria le giovani generazioni perdono interesse a vantaggio di altri sport o altre attività ludiche: insomma, si pensa a far soldi a breve e non si programma il futuro.
Un accorato appello pro Italia? No ma a voi sembra normale che non siano garantiti dei posti ai vincitori di competizione continentale? Dovendo assegnare 1 posto all’Asia non sarebbe stato meglio darlo alla vincitrice della Coppa d’Asia? La vincitrice dell’Europeo non dovrebbe avere un posto ai mondiali? E’ un criterio che si avvicina di più ai meriti sportivi oppure no?
Nei gironi eliminatori europei ci sono sempre almeno 2 nazionali importanti, 2 medie e 2 considerate scarse. Ebbene, una delle 2 importanti deve spareggiare con almeno altre due squadre di media o elevata tradizione calcistica: fateci giocare con il Guatemala o qualificate 3 nazionali sudamericane e mandate le altre due a spareggiare con le africane.
Avremmo così un mondiale con una rappresentanza garantita di tutti i continenti ma con le squadre più forti ma siamo certi che interessi il risultato sportivo?
Alla fine si conteranno gli ascolti, gli incassi da sponsor e botteghini e da diritti televisivi: chi vincerà sarà di poco o nullo interesse: addirittura al mondiale successivo dovrà riqualificarsi perchè il posto è garantito solo al paese ospitante, in questo caso il QATAR!!!
Anche questo mondiale passerà, anche questa delusione lascerà il posto alle speranze di qualificarci per la prossima edizione ma il rischio che il mondiale perda posizioni nella priorità degli amanti del calcio è molto alto e a dispetto del nome, la FIFA non ha per niente paura che ciò accada perchè il Governo del calcio mondiale pensa a breve periodo, la programmazione, la sensibilità sul movimento sportivo ha lasciato il posto agli ascolti senza preoccuparsi se dopo gli ascolti, qualcuno manderà i propri figli a giocare al calcio oppure, come succede in Europa in questo momento, penserà sia meglio la danza classica o il judo.
Buon mondiale a tutti, siete pronti a vedervi Iran-Arabia Saudita?