L’Inter torna pazza, va sotto di due gol in meno di mezz’ora, vede il baratro, soffre e fa soffrire i suoi tifosi, ma alla fine porta a casa tre punti tanto sudati quanti vitali nella corsa scudetto e mette pressione al Milan, impegnato domenica sera al Bentegodi contro il Verona. Se Inzaghi può ancora cullare sogni di gloria, il merito è soprattutto di Lautaro Martinez, la cui doppietta che vale il primato personale di gol in Serie A (19°) ribalta un Empoli mai domo e lascia tutto aperto a 180′ ⌚dalla fine, in quello che è il più equilibrato e bel campionato dell’ultimo decennio. A San Siro è venuta fuori una partita davvero spettacolare anche per merito di un Empoli che ha confermato tutto quanto di buono fatto vedere in questa stagione e ha sognato per quasi un tempo il grande colpo come contro il Napoli.
Inzaghi deve ancora fare a meno di Bastoni e fa riposare Dzeko: Dimarco in difesa e Correa a fare coppia con Lautaro. Andreazzoli è senza gli squalificati Stojanovic e Verre: c’è Fiamozzi al posto del terzino sloveno, mentre Bajrami e Zurkowski agiscono alle spalle di Pinamonti. E proprio questi ultimi due sono i grandi protagonisti dell’avvio da sogno dell’Empoli. Al 5′ il polacco vede il taglio di Pinamonti che anticipa Skriniar e fa secco Handanovic. Passano 5′ e i due si scambiano il favore, con Zurkowski che di sinistro anticipa Dimarco e fa 2-0, ma Manganiello annulla per un fuorigioco dell’attaccante italiano a inizio azione. Lo spavento scuote i nerazzurri, che attaccano a testa bassa e costringono i toscani a rintanarsi nella propria metà campo. Al 22′ Barella serve Dumfries, destro sfiorato da Romagnoli che termina a lato di poco. Pochi secondi dopo Parisi atterra l’ex Cagliari in area e Manganiello assegna il rigore. Il Var richiama l’arbitro che torna sulla sua decisione, visto che il difensore è intervenuto sul pallone. L’Empoli non sta a guardare e al 28′ sorprende ancora la difesa nerazzurra, statica e svagata: sul lancio lungo di Fiamozzi, Asllani arriva prima di De Vrij e batte Handanovic in uscita. San Siro è incredulo, ma non ammutolito. Poco dopo la mezzora Barella chiede un rigore per una spinta di Bandinelli, ma Manganiello non è dello stesso avviso. La spinta dei 70mila dà energia alla banda di Inzaghi, che tra il 40′ e il 45′ raddrizza la partita: prima Romagnoli in scivolata beffa Vicario e fa autogol, poi Barella recupera a centrocampo e serve Calhanoglu, palla dietro per Lautaro, esterno destro che non lascia scampo a Vicario. I padroni di casa potrebbero effettuare il sorpasso in pieno recupero, ma Vicario dice no al sinistro di Perisic.
Nella ripresa Brozovic e compagni alzano i giri del motore, l’inerzia della gara è tutta dalla parte dei padroni di casa spinti da un pubblico che non smette mai di incitare i propri beniamini. La porta empolese sembra stregata, Vicario è in serata di grazia e dice no ai ripetuti tentativi di Perisic, Calhanoglu, Dumfries e Lautaro. Al 64′, però, il portiere dei toscani non può nulla sulla stoccata al volo da dentro l’area del Toro che fa venire giù lo stadio?️. Inzaghi comincia a pensare anche alla finale di Coppa Italia con la Juve e regala minuti a Dzeko, Vidal, D’Ambrosio e nel finale a Darmian e Sanchez. E proprio il Nino Maravilla, imbeccato da Dzeko (fermato dal palo in pieno recupero), cala il poker al 94′ e manda i titoli di coda.
Fonte: Sport Mediaset