La Juve pecca di superbia, il Genoa non molla e resta in corsa per rimanere in Serie A. A Marassi va in scena una gara per cuori forti. Soprattutto nel finale, con i rossoblù che nel giro di pochi minuti passano dalla disperazione alla gioia. Una gioia che ha gli occhi di Criscito, uomo copertina del match col suo rigore al 95′. Un colpo che affonda la Juve e tiene viva la lotta per non retrocedere. Lotta che rimarrà in bilico fino all’ultimo.
Col pass per la Champions in cassaforte e la finale di Coppa Italia nel mirino, la Juve si presenta a Marassi con qualche cambio. Davanti tocca al tridente Dybala-Vlahovic-Kean con Cuadrado terzino, Rugani centrale accanto a Bonucci e Miretti in cabina di regia insieme ad Arthur e Rabiot. Dopo il ko nel derby e disperatamente a caccia di punti-salvezza, Blessin invece davanti punta ancora su Destro con Melegoni, Amiri e Portanova in appoggio e Badelj e Galdames a lottare in mediana. A buon ritmo l’avvio del match è ad alta intensità. Soprattutto in mezzo al campo. Ordinata e precisa negli appoggi, la Juve gioca a due tocchi, prende in mano il possesso e spinge cercando di allargare la manovra. Più basso, il Genoa invece rimane compatto, aggredisce i portatori bianconeri e imposta la gara sulle ripartenze. Da una parte Kean spedisce alto di testa da buona posizione, dall’altra Amiri non approfitta invece di una respinta di Bonucci su un tiro-cross velenoso di Portanova. Con le squadre corte e senza guizzi nell’uno contro uno, al Ferraris c’è poco spazio per lo spettacolo. E con i rossoblù in pressione il match si gioca più sulle palle inattive che sulle azioni manovrate. Sugli sviluppi di un calcio piazzato, Bani non trova il tempo giusto su una palla vagante. Poi una zuccata di Destro su calcio d’angolo finisce sopra la traversa e Bonucci mura un tiro di Melegoni. Occasioni a cui la Juve risponde con un tentativo di Kean disinnescato da Sirigu e un sinistro centrale di Dybala dal limite. Il primo tempo si chiude su un destro di Portanova respinto da Szczesny e con i bianconeri che rientrano negli spogliatoi a testa bassa.
La ripresa inizia con l’ingresso in campo di Frendrup al posto di Galdames e con un destro alle stelle di Destro dal centro dell’area. Errore che conferma le difficoltà del Grifone a segnare e che dall’altra parte del campo invece lascia spazio “all’istinto killer” di Dybala. Servito da Kean, l’argentino mira l’angolino basso alla sinistra di Sirigu dal limite e porta in vantaggio la Juve con un destro chirurgico. Colpo che sblocca il match e innesca altri cambi. Blessin manda in campo Yeboah ed Ekuban, Allegri invece chiama in causa Zakaria e Alex Sandro. Da una parte un diagonale di Ekuban finisce largo e Szczesny blocca un tiro dal limite di Frendrup, dall’altra un sinistro di Dybala si stampa sul palo, poi Sirigu si oppone ai tentativi ravvicinati di Kean e Vlahovic. Morata entra al posto di Vlahovic e libera subito Kean con un bel velo. Giocata che il numero 18 bianconero spreca spedendo la palla sopra la traversa e mandando Allegri su tutte le furie. In vantaggio e in pressione, la Juve spinge. Mail Genoa non molla e resta in partita. Una girata di testa di Ekuban finisce larga, poi Szczesny rischia la papera, ma l’azione sfuma. Dall’altra parte invece Sozza prima assegna un rigore alla Juve per un contatto tra Aké e Gudmundsson, poi torna su suoi passi dopo aver rivisto le immagini a bordocampo. Decisione giusta che tiene a galla il Genoa e segna il finale del match. In pressione e disperatamente a caccia del pari, il Grifone attacca a testa bassa. E nel finale succede di tutto. Gudmundsson pareggia all’87’ concludendo in rete una bella azione, poi Kean sbaglia clamorosamente il raddoppio a porta vuota dopo una volata di Morata e Criscito ribalta il risultato con coraggio dal dischetto per un tocco in area di De Sciglio su Yeboah. Rigore pesantissimo che da una parte punisce i troppi errori sottoporta della Juve e dall’altra tiene vive le speranze di salvezza del Grifone.
Fonte: Sport Mediaset