Un sogno ad occhi aperti: dalle qualificazioni alla finale, un cammino incredibile quello di Emma Raducanu, la prima giocatrice di sempre a riuscire in questo traguardo agli US Open. A far specie, è soprattutto la facilità con cui la britannica è riuscita ad arrivare a questo punto del torneo, non avendo ancora perso un set dal primo turno di qualificazioni compreso. La piccola star inglese, però, non si monta la testa e analizza con enorme lucidità il momento che sta vivendo. Come raccontato in conferenza stampa, secondo lei, la spensieratezza tipica dei teenagers sta giocando un ruolo importante durante questa cavalcata trionfale.
Se devo essere onesta – spiega Raducanu –, credo sia molto semplice, dal punto di vista psicologico, fare ciò a 18 anni. Durante tutto il torneo, non ho dovuto fare altro che focalizzarmi sul mio gioco, vivere alla giornata e godermi ogni minuto speso in campo. Quando sarò più grande o avrò più esperienza, sarà tutto diverso: ci saranno tante pressioni, tante aspettative e io stessa guarderò di più il tabellone. Inoltre, ci saranno giocatrici più giovani di me che mi batteranno a sorpresa e raggiungeranno i traguardi che ora sto raggiungendo io”.
In finale si incontreranno dunque due teenager: Leylah Fernandez, 19 anni appena compiuti, ed Emma Raducanu, 18 anni e 10 mesi. Sarà la finale del Grande Slam più giovane da quella dello US Open 1999 giocata da una quasi diciottenne Serena Williams e una quasi diciannovenne Martina Hingis. Le due si sono incontrate solamente una volta, al secondo turno del torneo juniores di Wimbledon nel 2018, quando Raducanu vince 6-2, 6-4. Ma questa volta la posta in palio sarà molto più alta.