L’ex capitano della Juventus, 43 anni compiuti a febbraio e primatista di presenze con la maglia della Nazionale italiana, ha svelato un retroscena sulla propria carriera che risale a tre anni fa, all’epoca del primo distacco dalla Juventus. Quando il ritiro dal calcio giocato sembrava a un passo: “Un giorno a fine marzo a Torino mi chiedono hai deciso di smettere? Dico di sì, è giusto così. Per scherzare aggiungo, se mi chiamano PSG, Real Madrid o Barcellona magari prendo in considerazione l’ipotesi di continuare e dopo 20 giorni mi chiama il PSG. Non ho potuto rifiutare e ho detto sì”.
L’anno al Paris Saint-Germain non è stato certo dei più esaltanti, tra un posto da titolare non fisso e qualche errore di troppo, in particolare in Champions League contro il Manchester United, ma Super Gigi non rinnega nulla.
“Mi affascinava una squadra con tanta potenzialità in Champions League e questo era uno stimolo importante, in più potevo fare un’esperienza fuori dall’Italia e potevo continuare a giocare a livelli altissimi”.
Dopo un solo anno, ha fatto ritorno alla Juventus per intraprendere l’inedita carriera di secondo di Wojciech Szczesny, riuscendo ad arricchire la propria bacheca con altri titoli, uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, queste ultime due competizioni giocate da protagonista. Ma fare da dodicesimo non è certamente la sua massima aspirazione, neppure per la squadra che l’ha reso grande, così ecco il nostalgico ritorno a Parma.
Obiettivo Serie A immediata con annesso sguardo al prossimo Mondiale. Solo così l’addio al calcio giocato, diverrà per lui un po’ più dolce.
Buffon ha quindi scoperchiato il suo vaso di Pandora: “Per quello che concerne infine il mio futuro devo dire che fare il commissario tecnico è una esperienza che vorrei fare, un qualcosa che mi piacerebbe, più che fare l’allenatore. Fare il ct sarebbe bello anche in giro per il mondo, magari in Australia” ha concluso il portierone.